Dichiarazione finale

Al termine dei lavori, relatori e coordinatori di sessione della conferenza hanno ritenuto di predisporre un documento conclusivo che esprimesse una sintesi del dibattito e formulasse delle raccomandazioni generali per i soggetti istituzionali e imprenditoriali che assumono decisioni di interesse generale.
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Di seguito il Testo della Dichiarazione (disponibile anche in versione PDF):

Ci siamo riuniti a Torino dal 12 al 16 novembre 2018 per discutere del mutamento globale in corso sul pianeta Terra, delle sue cause e delle sue conseguenze sulla vita degli esseri umani e sulla biosfera. Dopo aver ascoltato i punti di vista di esperti di diverse discipline e averli integrati in una visione comune, abbiamo convenuto di redigere il presente documento conclusivo.

  • L’impatto delle attività umane sull’ambiente si manifesta in vari modi, ma prima di tutto perturbando i nove limiti planetari definiti da Steffen & al. (2015).[1]. Fra di essi il clima globale è fra i più minacciati, con un cambio epocale attualmente in atto. Il sistema climatico, a causa della lentezza nell’adottare misure correttive adeguate e nonostante i ripetuti avvertimenti lanciati dalla comunità scientifica negli ultimi cinquant’anni e ancora prima, sta per raggiungere in tempi brevi un punto di non ritorno. Non ritorno vuol dire che ci si avvicina a conseguenze gravi irreversibili, cioè non recuperabili su scale di tempi accettabili per l’umanità. Il riscaldamento globale del pianeta è un fenomeno ben definito, accettato dall’intera comunità scientifica. Le sue conseguenze sono già chiaramente visibili, con un aumento di temperatura di 1°C nell’ultimo secolo; se non si dovesse evitare un ulteriore incremento della temperatura media, l’impatto sarebbe drammatico con effetti sia globali (aumento del livello dei mari) che locali (siccità, ondate di calore, alluvioni, ritiro dei ghiacciai, uragani), che l’umanità difficilmente potrebbe sostenere senza conseguenze drammatiche (riduzione della produzione di cibo, malattie tropicali, migrazioni di massa, eventi meteorologici estremi).
    • Per evitare di oltrepassare la soglia di non ritorno e per mitigare gli ormai inevitabili impatti, sono necessarie azioni immediate e senza precedenti finalizzate a ridurre le immissioni di gas serra in atmosfera, come indicato dal rapporto dell’IPCC sul contenimento dell’aumento di temperatura entro 1,5°C entro il 2100.
    • Tale obiettivo richiede la riduzione della quantità di risorse materiali estratte, manipolate e spostate da un luogo all’altro ogni anno, nonché dell’energia consumata per quegli scopi. In breve, qualsiasi incremento nell’uso di materia ed energia è globalmente insostenibile e di conseguenza qualsiasi processo economico che implichi un tale incremento (crescita) è a sua volta insostenibile. L’obiettivo deve essere, globalmente, la riduzione delle quantità nella produzione materiale e nel consumo di energia, in particolare da fonti fossili.
  • Gli impatti presenti e futuri dei cambiamenti climatici colpiscono negativamente e drammaticamente l’intera umanità in modi i cui dettagli sono difficili da prevedere, ma in ogni caso si scaricano soprattutto sulla vasta maggioranza dei poveri del mondo.
  • L’insostenibile economia basata sulla crescita materiale sta causando dovunque disuguaglianze crescenti tra ricchi e poveri, tanto tra nazioni che all’interno dei singoli paesi. La disuguaglianza, che ha raggiunto livelli senza precedenti dalla fine della seconda guerra mondiale (come evidenziato, fra gli altri, dal rapporto OCSE del 2007), è fonte di contrasti e conflitti fuori controllo all’interno di un sistema complesso altamente non lineare quale è l’umanità nel suo insieme. L’andamento crescente delle disuguaglianze non è un fenomeno casuale e transitorio, ma è piuttosto una connotazione strutturale di una economia basata sulla competizione e sulla crescita in un ambiente finito.
  • È urgente avviare un’evoluzione dell’economia verso la collaborazione e la complementarietà piuttosto che la competizione, che rafforza i forti e indebolisce i deboli portando a condizioni di insostenibilità globale che colpiscono la vita umana sulla terra.
  • La solidarietà non può essere confinata nella sfera privata e volontaristica, ma deve diventare un criterio guida delle politiche di governo sia all’interno delle nazioni che alla scala internazionale.

Sulla base delle considerazioni elencate fin qui desideriamo fare appello alle sedi decisionali, sia nell’ambito delle istituzioni che dell’economia, perché,

  • si abbandonino politiche di corto termine impostate sull’approccio del “business as usual”, per guardare lontano e costruire politiche di medio-lungo termine;
  • ci si impegni ad informare il grande pubblico promuovendone la presa di coscienza dei vincoli e delle tendenze globali nel nostro comune ed unico mondo, e guidandone le scelte mediante esempi concreti di decisioni ed azioni sistemiche orientate alla sostenibilità;
  • si intraprendano azioni immediate e sostanziali per ridurre il rilascio di gas serra in atmosfera e per orientare l’economia dei paesi sviluppati verso l’innovazione, il recupero di pratiche tradizionali sostenibili e il perseguimento della qualità piuttosto che verso l’incremento della produzione materiale;
  • si rendano i sistemi economici inclusivi come non sono mai stati.

[1] W. Steffen et al., Science, 347, Issue 6223, 1259855

Relatori e coordinatori di sessione firmatari*

*Le sottoscrizioni sono a titolo personale e non indicano adesione da parte dell’istituzione di appartenenza.

Amel Elise (University of St. Thomas)
Arib Fatima (Université Cadi Ayyad – Marrakech)
Bardi Ugo (Università di Firenze)
Baricco Marcello (Università di Torino)
Bianucci Marco (CNR-ISMAR)
Bonaiuti Mauro (Università di Torino)
Cappelli Agostino (IUAV, Venezia)
Caserini Stefano (Politecnico di Milano)
Clerico Marina (Politecnico di Torino)
Corgnati Roberto (Regione Piemonte)
Cuozzo Gianluca (Università di Torino)
De Nigris Silvio (Regione Piemonte)
Devecchi Marco (Università di Torino)
Ferrero Federico Francesco (Medico)
Fornero Saura (APRAGI)
Fracastoro GianVincenzo (Politecnico di Torino)
Giovannini Enrico (Università Roma Tor Vergata)
Grande Elisabetta (Università del Piemonte Orientale)
Jarre Pietro (GEAM)
Lombardi Patrizia (Politecnico di Torino)
Mainero Davide (ACEA Pinerolese)
Mastrojeni Grammenos (Ministero degli Affari Esteri)
Mele Caterina (Politecnico di Torino)
Meo Michela (Politecnico di Torino)
Mercalli Luca (Società Meteorologica Italiana)
Miozzo Simonetta (Ordine dei Medici)
Padovan Dario (Università di Torino)
Reversi Gianluigi (Centro Alti Studi per la Difesa)
Beppe Rovera (Giornalista)
Saracco Guido (Politecnico di Torino)
Scavia Claudio (Politecnico di Torino)
Sethi Rajandrea (Politecnico di Torino)
Spertino Filippo (Politecnico di Torino
Tainter Joseph (Utah State University)
Tamino Gianni (Università di Padova)
Tartaglia Angelo (Politecnico di Torino)
Ulgiati Sergio (Università Napoli Parthenope)
Vedoya Daniel Edgardo (Universidad Nacional del Nordeste (UNNE), Resistencia, Chaco, Argentina)
Wadhams Peter (Cambridge University)

Altri firmatari: (in aggiornamento)

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